“Se cerchi l’infinito, lo troverai nel sorriso di un bambino. Abbi cura di quel sorriso, è la vita del mondo” K.G.
Potremmo definire il bullismo una piaga dei giorni nostri ma in realtà il bullismo esiste da sempre, da quando cioè l’uomo ha iniziato a prevaricare il suo simile.
Infatti, il bullismo viene descritto come un fenomeno comportamentale in cui una persona più debole, generalmente un adolescente, è esposta ripetutamente ad aggressioni intenzionali, verbali o fisiche, da parte di almeno un’altra persona.
Le azioni negative nei confronti della vittima, possono essere distinte in dirette, fisiche (schiaffi, sputi, pugni e calci,) o verbali (derisione, scherno, insulti e minacce), e indirette (pettegolezzi o emarginazione).
Con l’evolversi dei tempi, anche le modalità di esercitare il bullismo sono cambiate tanto che oggi, la forma più comune è il cyberbullismo realizzato per via telematica, con l’ausilio dei social.
Qualche anno fa, nel 2017, il cyberbullismo è stato ben individuato anche dalla legislazione che identificando in esso un reato, ha anche aiutato a comprendere che il vero supporto psicologico andrebbe offerto a chi lo esercita, più o meno consapevolmente, manifestando intolleranza nei confronti delle differenze siano esse fisiche e/o caratteriali.
Il bullismo è purtroppo molto frequente tra i banchi di scuola, con una prevalenza compresa tra il 5% ed il 58% per cui è stato necessario introdurre anche negli ambienti scolastici la figura del referente per il bullismo.
L’obiettivo è, come sempre, prevenire in modo da evitare che l’abuso venga commesso e che le vittime possano subire gravi conseguenze dal punto di vista fisico, mentale e sociale quali ansia, depressione, difficoltà del sonno, scarsa autostima, insufficienti prestazioni scolastiche ed isolamento.
Malauguratamente, il danno psicosociale può persistere in età adulta con pesanti sequele, anche dopo la cessazione del bullismo.
I principali bersagli, “causa” delle aggressioni, sono le caratteristiche fisiche tra le quali principalmente quelle dento-maxillo-facciali seguite da quelle riferite al corpo e in particolare al peso.
Bullismo e denti
Al giorno d’oggi, assume sempre maggior rilievo l’estetica dentale, ed i bambini non sono esenti da questo fascino. I denti con la loro armonia, dalla forma anatomica al colore, sono particolarmente importanti per l’aspetto del viso.
Le persone con i denti ben allineati ed un bel sorriso sono considerate più attraenti, intelligenti e più adatte ad una vita sociale rispetto a quelle con malocclusioni o denti storti.
Tra le caratteristiche occlusali più comunemente oggetto di scherno, si ritrovano le alterazioni dei denti anteriori come i cosidetti “denti a coniglio”, seguite da denti storti e affollati.
Queste caratteriste occlusali, ancor più se associate a marcate alterazioni scheletriche (prognatismi mascellari o mandibolari), possono causare derisione e aggressioni psico-fisiche tali da generare situazioni di scarsa autostima e, soprattutto, un condizionamento negativo sulla qualità di vita presente e futura dei bambini o dei ragazzi coinvolti.
Tra i vari professionisti sanitari, l’odontoiatra, in particolare l’ortodontista, vive spesso situazioni in cui i piccoli pazienti sono stati vittime di bullismo. Non sono affatto rari i pazienti senza sorriso e, soprattutto, senza quella luce negli occhi che ogni bambino meriterebbe di avere.
Il ruolo dell’ortodontista
Per questo motivo, la SIDO ha voluto evidenziare tramite i media questo topic, così delicato ma così importante per la qualità di vita dei nostri pazienti.
La nostra Società raccomanda di dedicare maggiore attenzione a questo aspetto già durante la prima visita. Una chiacchierata con il piccolo paziente può svelare tanti retroscena spesso omessi nel colloquio. D’altra parte una confidenza fatta dai genitori, a volte reticenti per pudore, può consentire all’ortodontista di comprendere meglio le problematiche del suo piccolo paziente. Insieme si può offrire quel punto di appoggio che potrebbe rivelarsi essenziale nel rimuovere il malessere derivato dall’essere stato vittima di bullismo.
La terapia ortodontica potrebbe, allora, assurgere non a semplice correzione occlusale ma a metodologia valida per eliminare la “causa” del bullismo e restituire al bambino, insieme ad un adeguato supporto psicologico, se necessario, il sorriso dentale e mentale che ha perso.
Da ciò, secondo la SIDO, deriva l’estrema responsabilità degli ortodontisti, il cui ruolo dovrebbe essere quello di generare sorrisi, non solo sulle labbra ma negli occhi dei pazienti!
L’invito, ovviamente, è rivolto anche ai genitori affinché siano sempre attenti a tutti i segnali che possano rivelare ferite psicologiche da bullismo e possano vedere nell’ortodontista l’amico a cui rivolgersi per eliminarne le cause e ritornare a sorridere insieme.
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Letizia Perillo
Presidente SIDO 2021